(Da Teoria e pratica del Pranayama - B.K.S. IYENGAR)
Kundalini è la divina energia cosmica. la parola deriva da "kundala" che indica un anello o una spira.
L'energia latente è simboleggiata come un serpente addormentato, con tre avvolgimenti e mezzo; ha la coda nella propria bocca, che è rivolta verso il basso.
E' situato nella base cava dello Susumna, due dita al di sotto dell'area genitale e due al di sopra dell'ano.
I tre avvolgimenti rappresentano i tre stati (avastha) della mente, e cioè lo stato di veglia (jagrat), il sogno (svapna) e il sonno profondo (susupti).
Vi è un quarto stato, turiya, che combina e trascende gli altri, e che è rappresentato dal mezzo avvolgimento. Viene raggiunto nel samadhi.
La Hata Yoga Pradipika (III,1) afferma che come Adi Sesa, il Signore dei Serpenti, sostiene l'Universo, la kundalini sostiene tutti i discepoli dello Yoga.
L'energia che passa attraverso ida, pingala e susumna è chiamata Bindu, letteralmente un punto che non ha parti e non ha grandezza.
Queste tre nadi rappresentano rispettivamente le nadi della luna, del sole e del fuoco.
prima che entrasse in voga la parola "kundalini", "agni" (fuoco) veniva usato per rappresentare la forza divina che purifica e ascende come il fuoco.
Grazie alla disciplina dello Yoga, la bocca dell'energia serpentina, rivolta in basso, si volge verso l'alto. Ascende come vapore nella susumna attraverso la chitra (che emana dal cuore) fino a raggiungere il sahasrara.
Quando l'energia creativa (sakti) della kundalini di desta, ida e pingala si fondono con lo susumna (Siva Sambita, V,13).
Il metallo viene affinato bruciando le scorie. Con il fuoco della disciplina yogica, il sadhaka brucia in se stesso le impurità del desiderio, della collera, dell'avidità, dell'infatuazione, dell'orgoglio e dell'invidia. Allora il suo intelletto diviene affinato.
L'energia cosmnica latente in lui viene quindi destata dalla grazia di Dio e dal Guru (Hata Yoga Pradipika, III,2).
Via via che questa ascende, il sadhaka entra in armonia sempre più grande con il Divino.
Diviene libero dall'attaccamento ai frutti dell'azione (karma mukta) e dall'attaccamento alla vita (jivana mukta).
Secondo i testi tantrici, scopo del pranayama è destare l'energia latente (sakti) chiamata kundalini, la divina energia cosmica nel muladhara chakra, il plesso nervoso situato nella pelvi, sopra l'ano, alla radice della spina dorsale.
L'energia deve essere destata e fatta ascendere attraverso la susumna dal muladhara chakra al loto dai mille petali (sahsarara), situato nella testa, la rete dei nervi del cervello.
Dopo aver trapassato i chakra intermedi, si unisce finalmente con l'Anima Suprema.
Quando la kundalini raggiunge il sahasrara, il sadhaka non ha la separazione della propria identità separata, e per lui non esiste più nulla. Ha superato le barriere del tempo e dello spazio, e diviene una cosa sola con l'Universo.
(Tratto da: "Teoria e pratica del Pranayama" - B.K.S. IYENGAR)
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Parampreet Kaur
Angela Sebastianelli
Lezioni di Kundalini Yoga
e di Yoga in gravidanza
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